PROGETTO I FAMILY

docente Dr. Imer Paolo Callegaro

L’obiettivo principale è quello di aiutare le coppie e i genitori a cogliere il significato e il valore del loro stato per poter realizzarsi pienamente e vivere nella gioia. Si realizza tramite incontri dedicati a temi della vita di coppia, l’educazione dei bambini e degli adolescenti. Per chi non potesse essere presente a tutti gli incontri, sono stati videoregistrati alcuni incontri e disponibili su Youtube. Scopo secondario è quello di far nascere dei gruppi permanenti di auto aiuto che possano diventare protagonisti attivi della loro crescita personale e risolvere insieme i problemi di coppia e come genitori. È previsto, al bisogno, anche un servizio di counseling di coppia.

LA COPPIA… PERLA PREZIOSA!

Videocorso per migliorare il benessere e la gioia di vivere in coppia

Riconoscere il valore della coppia nella famiglia, nella società e nell’educazione, questo l’obiettivo delle tre serate formative, trattate in maniera appassionata dal Dr. Imer Paolo Callegaro esperto nella materia e consulente per la mediazione familiare.

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Un VIAGGIO AVVENTUROSO

Videocorso di sostegno alla genitorialità per far vivere i figli nella gioia

Unicità e dignità di ogni bambino – significato e valore dei genitori nell’educazione dei figli – scoprire la felicità attraverso i figli – come capire i veri bisogni dei figli – parole e gesti come esempio – quanto servono le regole? – quanto conviene la separazione e il divorzio

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GIOVANI TRA DISAGIO E SALUTE

docente Dr. Imer Paolo Callegaro

Negli ultimi trent’anni, con la diffusione dei comportamenti a rischio per la salute degli adolescenti, si sono moltiplicati programmi di educazione alla salute e di prevenzione, di cui i confini non sono stati spesso demarcati. La differenza tra educazione alla salute e la prevenzione potrebbe invece trovare una demarcazione a livello epidemiologico: l’educazione alla salute non discrimina gli esposti al rischio, aumentando i fattori protettivi, mentre la prevenzione discrimina l’esposizione, ponendosi come obbiettivo l’aumento dei fattori protettivi che neutralizzano i rischi. I comportamenti a rischio , sono stati interpretati secondo orientamenti psicologici derivati in particolare dalle teorie del comportamentismo e dell’apprendimento sociale dominati nel mondo accademico nord americano . Sono stati sviluppati inoltre degli approcci integrativi all’interpretazione dei comportamenti come “la teoria dei comportamenti problematici” (Jessor R. 1977) e la teoria del campo (Huba e Bentler 1980) e lo “Health belief model”. (Goghman D.S.1976) e lo “ Life skill training” (Botvin G. 1983). Nell’applicazione dei programmi di prevenzione dei comportamenti a rischio nascono importanti problemi etici derivati dall’uso di tecniche mirate che possono influenzare il comportamento, togliendo all’adolescente la sua libertà e dalla mancanza di formazione degli educatori che spesso improvvisano. Alcuni risultati sembrano essere acquisiti: 1) l’informazione sui comportamenti a rischio (es. droga e AIDS) sembra inutile e pericolosa perché genera effetti paradossi. 2) I comportamenti a rischio sembrano nella maggior parte dei casi scomparire nell’età adulta (Jessor R1993). 3) gli effetti dell’educazione alla salute e dei programmi di prevenzione sembra molto debole come appare dalle meta-nalisi di programmi contro il fumo. (Rooney B. Murray D. 1996). Le strategie più efficaci sembrano coinvolgere pari non addestrati come educatori, corsi a livello di scuole medie, programmi non centrati su un problema, sessioni di rinforzo. Negli ultimi 15 anni, lo studio clinico dell’adolescenza fatto da uno di noi, partendo da un modello antropoanalitico umanistico esistenziale e cognitivo-piagetiano, ha permesso lo sviluppo di una nuova teoria dell’adolescenza e della natura umana: la kairologia (Brera G. R 1991). Secondo questo modello la natura umana si fonda sul concetto di “persona”, che sviluppa la sua identità soggettiva come “reale” o non “reale” nella ricerca di possibilità per dare una risposta a una domanda genetica di oggettività avvertita misteriosamente alla coscienza, nel costruire un senso al mondo delle motivazioni, delle pulsioni, delle emozioni, delle opinioni, degli affetti, degli enunciati, delle percezioni. L’esistenza umana appare chiamata dall’esperienza del mistero a vivere nell’amore nella verità e nella bellezza costruendo così la sua libertà.

Questo modello valorizza dunque in senso positivo le risorse della persona e dell’ambiente e delle relazioni umane relativamente alle possibilità che queste danno di permettere delle risposte della persona-soggetto alle domande fondamentali della vita. L’applicazione di tale ermeneutica all’educazione alla salute ha portato alla costruzione di un metodo di lavoro “il metodo kairos”, che parte dalla concezione della stessa esistenza come “rischio” di vivere e morire alienati dalla propria dignità quando l’uomo sia vittima di modelli intepretativi che non considerino l’esperienza del mistero, la spiritualità innata dell’uomo, come domanda di significato e dunque la non controllabilità del sé e dell’altro. I comportamenti a rischio, prima di essere un apprendimento non adattivo a comportamenti sociali ben adattati appresi e rinforzati, vengono interpretati dalla kairologia come l’assenza di uno spazio simbolico affettivo, cognitivo ed esistenziale dove poter elaborare una risposta personale e creativa al mistero della vita e della morte e una risposta pseudo-reale, in quanto il soggetto non fa esperienza delle sue possibilità di realizzazione della sua dignità. Il problema educativo è dunque di permettere la percezione e la elaborazione creativa del mistero come domanda di vita. Il metodo kairos è conseguentemente centrato sulla elaborazione creativa di aree tematiche, costruendo un tempo opportuno “kairos” per elaborare nuove realtà simboliche, motivazionali, comportamentali relazionali, spirituali, piene di senso e di vita. Partendo da questa base è possibile l’identificazione e lo studio scientifico dei fattori protettivi in progetti d’efficacia verificabile. Il lavoro del Dottor Callegaro, medico-adolescentologo e counsellor, che esce dalla Scuola Italiana di Adolescentologia dell’Università Ambrosiana, rappresenta un riuscito tentativo di portare in sede divulgativa i concetti base di educazione alla salute, spesso misconosciuti. E’ innegabile che spesso in Italia l’educazione alla salute viene spesso improvvisata con metodi e questionari dannosi per l’adolescente e sarebbe opportuna una maggiore vigilanza, soprattutto nelle scuole, dei requisiti di formazione di base per gli aspiranti educatori. In questo campo semplici diplomi di laurea non sono sufficienti ma occorre una specifica formazione post-universitaria.

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RELATIVITÀ DEL PROGETTO EDUCATIVO AL CONCETTO DI PERSONA

docente Dr. Imer Paolo Callegaro

L’educazione è finalizzata al bene del soggetto, ma “si scontra” con la sua libertà. In questo sta la difficoltà e il fascino dell’impegno educativo che ci addentra nel mistero di ogni persona. L’educazione è qualcosa in più rispetto a informazione, istruzione, addestramento perché, oltre a fornire informazioni, presuppone che la vita contenga in sé un obiettivo, un “bersaglio” da colpire inteso come “realizzazione” della persona che, se raggiunto, gli consente di star bene. Educare è, quindi, un obbligo etico nei confronti dei giovani per evitare loro la sofferenza che può conseguire a scelte di vita originate da una mancata educazione. Inoltre, attraverso l’educazione si può far uscire il soggetto dal proprio “Io” egoistico proiettandolo verso gli altri ed evitare la frattura del “patto sociale” tra le persone. Educare è un investimento economico perché, oltre a valorizzare e dare spazio alle risorse dei giovani che contribuiranno al miglioramento della società, evita gli investimenti per il “recupero” di quelli che agiscono comportamenti a rischio.

Se sulle finalità educative, però, siamo tutti abbastanza d’accordo, non lo siamo più quando si tratta di definire le modalità e i percorsi educativi. Infatti, ogni soggetto è libero di costruirsi il suo modello educativo e lo fa a partire, io credo, dalla definizione che dà di persona. Anche i risultati sul soggetto da educare, però, saranno diversi, con gradi diversi di autorealizzazione e di salute. Scopo di questo articolo è riproporre il significato etimologico di “educare” e analizzare da cosa nasce l’attuale differenza sul modo di intendere l’educazione e di realizzare progetti educativi.

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LA FLOW-CHART DELLA SALUTE E LA FLOW-CHART DELL’EDUCAZIONE ALLA SALUTE

docente Dr. Imer Paolo Callegaro

Le definizioni finora proposte di salute non chiariscono il significato profondo che la salute ha per il soggetto, da dove origina, con quali mezzi si conquista e quale è il suo fine. La “Flow-chart della salute” intende rispondere a questi interrogativi. Il punto di partenza per la costruzione della propria salute è il “Sé ideale”: esso rappresenta per ogni individuo un “modello ideale di persona, si rende cosciente in età adolescenziale e si esprime in un desiderio innato dell’uomo a star bene, a realizzare, cioè, un modo d’essere ottimale, uno stile di vita che lo gratifichi e gli consenta di sentirsi bene”. Questo modello viene, poi, accettato e reso operativo dalla volontà del soggetto in base alle motivazioni e ai valori della persona, ma soprattutto in base alle aspettative di benessere che il “Sé ideale” promette. Il “Sé ideale” si realizza concretamente per mezzo delle risorse personali e sociali disponibili al soggetto. Tutto questo percorso porta il soggetto alla realizzazione di sé stesso (“Sé reale”) che lo avvicina al proprio “Sé ideale”.

L’avvicinamento del “Sé reale” al “Sé ideale”, è sentito come gratificante e dà come risultato il benessere e la salute che cresce ulteriormente se è finalizzata all’ “Essere-per” e all’ “Essere-con”, destinato, cioè,all’ulteriore realizzazione di sé stessi e della società. La “Flow-chart della Educazione alla Salute” è una “guida” per gli operatori che si occupano di educazione e promozione della salute perché distingue quali sono le tappe sulle quali intervenire e mostra che, per ottenere il risultato sperato, i programmi di educazione alla salute devono agire dall’inizio, ed in modo sequenziale, fino all’ultima tappa.

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COS’È LA SALUTE

docente Dr. Imer Paolo Callegaro